Per quanto riguarda i guadagni, è vero che non è semplice ma non è nemmeno impossibile, bisogna trovare la via di mezzo migliore per le proprie esigenze.
Il kernel Linux è (driver aggiuntivi a parte) open source ed è interamente gratuito, ma gli sviluppatori principali del kernel sono ben pagati, alcuni sono assunti da aziende che vogliono aggiungere funzionalità per loro convenienti, altri sono pagati dalla fondazione che gestisce Linux, questa a sua volta riceve parecchi finanziamenti da aziende a cui serve il kernel e che vogliono avere del "peso" nel progetto.
Un esempio diverso è Red Hat, che fornisce il sistema operativo open source più diffuso tra le aziende (almeno credo) e che guadagna principalmente dal supporto ai clienti (installazione parchi macchine, aggiornamento degli stessi, canali preferenziali per gli aggiornamenti e la risoluzione di bug, etc.). Questa azienda è stata acquistata l'anno scorso da IBM per 34 miliardi di dollari, non sono pochi.
Un altro modello è quello che ha seguito GitLab (penso che ora sia cambiato leggermente) insieme ad altre aziende, un prodotto base open source e gratuito, un'espansione proprietaria e a pagamento, in realtà anche l'espansione può essere open source ma limitare la licenza all'utilizzo non commerciale così da guadagnare solo dalle aziende che ne traggono profitto.
Dall'anno scorso anche Manjaro ha attorno un'azienda, sul forum internazionale trovi maggiori informazioni, ho pubblicato un riassunto generale qualche tempo fa sulla pagina web di Manjaro Italia.
Ero al corrente che ci fosse un'azienda dietro a Manjaro, anche se non conosco i dettagli. So anche che e' storia recente, ovvero prima non esisteva. Spero che questa azienda possa tenere a lungo in vita questa distribuzione, affinche' non faccia la fine di Mandriva. Mi auguro anche che questa azienda non snaturi Manjaro stesso, che credo sia apprezzato proprio per cio' che e'.
Detto questo, mi sembra purtroppo di leggere conferma a quanto ho scritto. Si', so bene che ci sono dei programmatori alla base di Linux ben pagati, e solo in piccola parte dei volontari. Il kernel Linux e' mantenuto da programmatori aziendali che hanno interesse a farlo, e che magari ritengono sconveniente creare un nuovo kernel da zero.
So bene che gratis non equivale ad open source, anche se spesso open source equivale a gratis. Tuttavia non conosco bene la licenza GPL, e avevo sentito dire che esistessero dei software open source a pagamento. Non avrebbe molto senso, nel momento in cui io avrei la possibilita' di copiare il codice e redistribuirlo gratuitamente, ma forse mi sfugge qualcosa.
So che alcune aziende che propongono software, anche open source, richiedono un pagamento, ma in cambio offrono anche assistenza tecnica, come Red Hat. So che Red Hat ha dato vita a Fedora, ''versione gratuita'' di Red Hat stesso.
Differentemente da Stallman (ma lo dico da non sviluppatore) non ritengo che il closed source sia il male assoluto, al pari del nazismo, ma di certo ritengo che sia un male assoluto il monopolio, monopolio che ha realizzato Microsoft dagli anni 90 ad oggi.
Qualcosa sta cambiando, e penso che la ricetta vincente preveda pochi elementi, che pian piano di stanno concretizzando:
1) semplicita' d'uso (clicca e installa)
2)compatibilita' con software professionali (in qualunque modo)
3)compatibilita' con i giochi Windows
Sul primo punto ci siamo gia' da molti anni. Oggi Linux non e' piu' installabile solo dall'utente esperto. Sul secondo punto non direi; non e' cosi immediato installare un software come autocad e non si puo' pretendere che un professionista che lo usa per lavoro da anni si converta al software libero da un giorno all'altro.
Sul terzo punto, ti dico che come videogiocatore ho sempre dovuto usare Windows in dual boot, ma Proton sviluppato da Steam (basato su Wine) ha compiuto il miracolo di far funzionare praticamente tutto, e con ottime prestazioni, che a volte eguagliano la controparte Windows. Quando ho giocato per la prima volta con Proton giuro che mi sono caduti gli occhi sulla scrivania. Io conosco il gaming su Linux dal 2007, dove riuscire solo a lanciare un gioco con Wine, dopo mezzo pomeriggio di imprecazioni, era motivo di festeggiamenti.
Linux su desktop ha le carte in regola, ma forse e' arrivato tardi, perche' noi ''vecchi'', videogiocatori hardcore e appassionati abbiamo il desktop, mentre la maggioranza e' migrata su tablet e smartphone.